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domenica 25 ottobre 2015

La torta Sacher

L'invenzione della Sachertorte risale al periodo della Restaurazione (per la precisione al 9 luglio 1832, Vienna), quando alle dipendenze dell'allora Ministro degli esteri austriaco Klemens von Metternich vi era il giovane pasticcere Franz Sacher, il quale amava particolarmente il cioccolato.
La torta consiste in due strati di pasta di cioccolato leggera con al centro un sottile strato di confettura di albicocche o ciliegie, il tutto ricoperto di uno strato di glassa di cioccolato fondente. La gustosità del cioccolato si viene così a fondere con la dolcezza della marmellata.



« Cioè, lei praticamente non ha mai assaggiato la Sachertorte?»
«No.»
«Va be'. Continuiamo così. Facciamoci del male! »
(dal film Bianca (1984), di Nanni Moretti)







Clicca qui per la ricetta della torta Sacher


Le mosche e il miele-Esopo

"Povere noi! Per un momento di dolcezza ci tocca morire!"

Per leggere la favola: Le moscheEsopo

Per ascoltare la favola: Le mosche



Franz Karl Achard

Un personaggio che nel corso della sua vita ha in qualche modo avuto a che fare con la dolcezza è Franz Karl Achard (1753-1821).
Achard è stato uno scienziato tedesco multidisciplinare. Sviluppò, tra le altre cose, un procedimento fisico-chimico per ottenere industrialmente lo zucchero dalla bieta.

A lui si deve il primo zuccherificio industriale, sorto a Kunern (Slesia) nel 1801.


Un modello del primo zuccherificio industriale


















Un interessante articolo: Energia e dolcezza, che vita sarebbe senza lo zucchero?


sabato 24 ottobre 2015

"Basta poco per crescere insieme"

Molte sono le pubblicità dell'azienda svedese IKEA che fanno leva sui sentimenti degli spettatori grazie alla dolcezza dei bambini protagonisti e alla tenerezza delle loro azioni. Ecco alcuni esempi:


Basta poco per crescere insieme (2013):

                                                         Fai spazio al tuo stile (2015)

                                        Basta poco per vivere insieme il Natale (2013)



Il dolce stil novo

Il dolce stil novo è una tendenza poetica diffusa in Toscana tra la seconda metà del 13° e l’inizio del 14° secolo, così chiamata dalla critica moderna sulla base di versi di Dante (Purgatorio, XXIV, 49-62). Sua materia poetica è l’amore, sia in quanto confessione sentimentale, sia e soprattutto in quanto meditazione sulla sua essenza filosofica e sui suoi effetti psicofisiologici e soprattutto morali.

Iniziatore dello stilnovo e maestro degli stilnovisti, come dice Dante in un altro passo del Purgatorio (XXVI, 97-99), fu Guido Guinizzelli; il breve canone dei componenti del gruppo, oltre lo stesso Dante e il suo «primo amico» Guido Cavalcanti, comprende i loro giovani coetanei e amici Lapo Gianni, Dino FrescobaldiGianni Alfani, fiorentini, ai quali si aggiunse più tardi Cino da Pistoia.

Di fatto, la novità stilnovistica della nuova poesia non fu sentimentale ma dottrinale e stilistica. 
Quest’ultima consiste nella dolcezza, che nel pensiero di Dante era dolcezza di suono, da ottenere mediante la scelta accurata di vocaboli, la loro semplice collocazione, il ripudio di suoni duri, di forme artificiose e aggrovigliate, cioè il ripudio dello stile di Guittone, che, maestro ammirato della precedente generazione, è il bersaglio degli stilnovisti.
Meno chiaro in che cosa consista propriamente la novità contenutistica. Che la loro poesia tratti un amore diverso dal piacere sensuale, che, in genere, rifugga da ogni rappresentazione realistica, è certo (la poesia sensuale e realistica è cantata anche dagli stilnovisti, ma in zone a parte dei loro canzonieri, aventi modelli e strutture stilistiche loro proprie); ma ciò non basta a distinguerli dai predecessori, i quali avevano cantato amori ugualmente casti, e, ciò che è più importante, avevano anch’essi considerato l’amore come segno di elevatezza spirituale e mezzo di ulteriore elevazione.

Henry Holiday, 1883, L'incontro tra Dante e Beatrice
Uno dei più chiari esempi dello stile della scuola stilnovista è Tanto gentile e tanto onesta paresonetto di Dante contenuto nel XXVI capitolo della Vita Nova.

La dolcezza del miele ibleo, una presenza letteraria

Da 2500 anni (cioè da Eschilo al Novecento) nella letteratura si parla d’Ibla, delle città siciliane così chiamate, della loro ubicazione, di fatti militari e amministrativi attinenti ad esse. Fertilità e bellezza del paesaggio, fiori, miele, api e cera, buoi, greggi, pastori, poesia e confronti con Atene e l’Attica sono motivi ricorrenti, fino a costituire un topos, un luogo comune. Gli scrittori parlano d’Ibla magari senza mai esservi stati e s’ispirano a questo luogo per similitudini o fantasie e nostalgie bucoliche. Ma c’è anche chi ne parla a fini storici, geografici, naturalistici.

Nella letteratura greca:


“Fra il miele primeggia quello attico, e di questo quello detto imettio; poi quello delle isole Cìcladi e quello della Sicilia, detto ibleo... È eccellentissimo, dolcissimo, pungente, profumatissimo, biondo, non fluido ma viscoso, e vigoroso.”
                                                                               Dioscoride Pedanio, De materia medica


Dioscoride descrisse le proprietà di ben 600 erbe medicinali e il suo trattato Sulle medicine fu molto diffuso e tenuto in considerazione per tutto il Medioevo.


Nella letteratura latina:

“Dov’è più quella tua bocca così arguta nei tuoi graziosi risentimenti, quei baci di quando abbracciavi, che avevano il profumo di primavera, quelle lacrimucce miste al riso e quella voce che, quando parlavi, aveva in sé tutta la dolcezza del miele ibleo?”
                                                                               Publio Papinio StazioSilvae

 “Volevo cantare in delicati versi il nome nato con le viole e le rose, con cui si nomina la parte migliore dell’anno, che sa d’Ibla e di fiori attici, che olezza di nidi di superbo volatile; nome più dolce del nettare divino, [...] nome nobile, molle, delicato: ma tu, sillaba, ostinatamente ti ribelli.” 
                                                                               Marco Valerio Marziale, Epigrammi


Marziale dichiara che il nome Primavera, “nome nato con le viole e le rose, con cui si nomina la parte migliore dell’anno”, sa d’Ibla: erano tanto associati i due nomi che per lui Primavera voleva dire in primo luogo bellezza (paesaggio), profumo (fiori) e dolcezza (miele) d’Ibla e grande festa primaverile della Venere Iblese.

Per approfondimenti clicca qui.



venerdì 23 ottobre 2015

La chocolaterie

Un angolo di dolcezza:
                                                                                    






Alcune scene tratte dal film Chocolat 


Sweet, sweet is the greetings of the eyes

Sweet, sweet is the greetings of the eyes
And sweet is the voice in its greeting.
When adieux have grown old and goodbyes
Fade away when old time is retreating.

Warm the nerve of a welcoming hand
and earnest a kiss on the brow,
When we meet over the sea and o'er land
Where furrows are new to the plough.





Gaston Bussière, 1887, Tristano e Isotta

Un francobollo per San Valentino

Jean-Charles de Castelbajac celebra San Valentino (2015) con una collezione di francobolli che, su uno sfondo di cuori gialli, rossi e blu, inneggia alla dolcezza dei primi baci, con i profili degli amanti in primo piano.



giovedì 22 ottobre 2015

Technology Takes Home

Oggetti proposti per una mostra al Politecnico di Torino:

MACCHINA FOTOGRAFICA ANNI '30
 PRODUTTORE: Agfa
MODELLO: Agfa Box 44
PRESTATORE: Alessia Negro




MACCHINA FOTOGRAFICA ANNI '50
PRODUTTORE: Ro.To
MODELLO: Riber Lys Camera
PRESTATORE: Alessia Negro




MACCHINA FOTOGRAFICA DEL 1978
PRODUTTORE: Petri
MODELLO: EF35
PRESTATORE: Alessia Negro




RADIO ANNI '50
PRODUTTORE: Magnadyne
MODELLO: S26-C
PRESTATORE: Alessia Negro


sabato 10 ottobre 2015

All around the world

La dolcezza nelle lingue più usuali del mondo:

Sweetness (inglese)
Süße (tedesco) 
Douceur (francese)
Dulzura (spagnolo) 
Doçura (portoghese)
  сладость, sladost' (russo) 
Słodycz (polacco) 
Sötma (svedese)    
甜味, wēnróu (cinese)


venerdì 9 ottobre 2015

Cos'è la dolcezza?

Dolcezza: sapore dolce, gradevole al palato.
Per estensione si intende la caratteristica di ciò che appaga i sensi o lo spirito, o ancora, un sentimento di intima felicità mista a tenerezza e commozione.



I Loris Lenti, dolci animali dal triste destino